L’inizio 28 settembre 2000
“Non fiori ma opere di bene” era l’invito rivolto a chi (tutti) si univa al nostro immenso dolore per la scomparsa di Marco. Ma ora, pensavo, come utilizziamo queste offerte? Proprio qualche giorno prima Aldo Di Clemente aveva ricevuto una lettera dal Togo: Don Lazzaro era in grosse difficoltà, gli chiedeva un aiuto. Abbiamo subito inviato una parte della somma e la richiesta di venire in Italia per Natale quale messaggero dei bisogni e delle necessità impellenti per il suo Paese.
E a dicembre don Lazzaro, dopo aver sentito il Vescovo di Kara, Mons. Ignace Baguibassa, ci ha illustrato le necessità del Togo settentrionale, che rappresenta il territorio più povero e bisognoso dello Stato.
La scelta non è stata difficile. In quelle regioni frequentemente le donne muoiono di parto e per i neonati sopravvivere senza mamma è impossibile. Avemmo costruito un orfanotrofio: prima di tutto bisogna preservare la vita e dare assistenza a quei neonati significa salvarli da morte certa. Il 28 gennaio 2001 Aldo ed io eravamo a Nadoba per prendere i primi contatti con le Autorità locali per la realizzazione dell’orfanotrofio.
Quel giorno c’era l’inaugurazione della casa delle suore; esse provenivano dal Benin e sono particolarmente attente alla cura dei bambini: erano trascorsi esattamente quattro mesi dalla scomparsa di Marco e sembrava che dei tasselli di un mosaico stessero disponendosi ai loro posti.
Mons. Ignace ha messo a disposizione il terreno dove sorge la missione cattolica e la casa delle suore: è deciso, qui sorgerà l’orfanotrofio. E’ maggio quando torniamo a vedere come procedono i lavori e siamo soddisfatti: pensavamo a lentezze, ritardi, incomprensioni ma don Lazzaro si è dato da fare e sta mantenendo la promessa di vegliare sui tempi e i modi della costruzione. Le suore sono disponibili ad accudire i bambini appena sarà completata e Mons.Ignace acconsente ad aumentare il numero delle suore nel momento in cui arriveranno i primi bambini.
Il 27 gennaio 2002
Sono stati accolti i primi orfanelli proprio nel periodo natalizio. Catherine, Laurent, Miriam, Emeline, Micheline, Florent, Madelaine, Marco, Noellie e Rosine accuditi da suor Florance e suor Sophie erano ad attenderci per la festa dell’inaugurazione dell’orfanotrofio “Marco Di Martino”. Nella gallery le foto.
Quel giorno, a sedici mesi esatti dall’incidente, veniva battezzato a Nadoba il piccolo Marco Kouyiepanni (Dieudonné) alla presenza delle massime autorità religiose e civili, di tutto il villaggio e di un folto gruppo di soci dell’Associazione. Quindi abbiamo stabilito delle regole secondo le quali verranno accettati i bimbi di età fino a trenta mesi, possibilmente le famiglie di appartenenza dovranno fornire un aiuto al sostentamento ed alla gestione dell’orfanotrofio.
Don Lazzaro, attualmente Rettore del Seminario propedeutico di Notsé sarà il supervisore. Da alcuni mesi con il nostro finanziamento straordinario le suore hanno aperto una farmacia che fornisce medicinali a tutto il villaggio a da cui ricevono qualche guadagno.
Oggi sono 19 i bimbi ospitati (Nella gallery alcuni dei nostri ragazzi) , e la struttura comincia ad essere stretta soprattutto quando piove. Vi sono inoltre problemi per quanto attiene l’infermeria del villaggio rimasta senza operatore e per il futuro si dovrà pensare all’istruzione dei piccoli ospiti.
Di tutto questo ci faremo carico con nuove iniziative. Dal giorno dell’inaugurazione tutto è andato bene; i bambini sono stati accolti ed accuditi, la struttura era sufficiente, le notizie sempre rassicuranti e noi, impegnati anche su altri fronti, non ci siamo recati a Nadoba.
Maggio 2004
(gallery) un violento nubifragio si è abbattuto sul villaggio di Nadoba ed ha provocato gravi danni all’orfanotrofio: tutto il tetto è stato divelto ed è stato necessario evacuare i bambini. Fortunatamente nessuno di loro è rimasto ferito e sono stati ospitati nella casa delle suore. Ci siamo attivati immediatamente e in giugno i danni del nubifragio erano già riparati. A questo punto, anche sollecitati da Suor Thérèse, abbiamo recepito la opportunità di migliorare ed ampliare la struttura con la messa in posa di piastrelle e mattonelle,con la costruzione della cucina, della legnaia, il rifacimento delle docce, l’opportunità di far frequentare ai nostri bambini una scuola nel vicino Benin che, contrariamente a quella di Nadoba, garantisce un livello di istruzione adeguato.
Inoltre, proseguiva Suor Thérèse, l’Orfanotrofio necessiterebbe di un automezzo idoneo ad accompagnare i bambini a scuola ma anche a trasportare le provviste, in particolare la legna, e in certi casi, accompagnare i bambini in Ospedale.
E poi ci sarebbe da completare il muro di cinta della Casa delle Suore, costruire una cisterna, ed anche una piccola foresteria per l’Associazione. Insomma di cose da fare non mancano di certo.
Siamo ripartiti da Nadoba con questa consapevolezza, lasciando una promessa di impegno almeno per le priorità, cercando di trasmettere la nostra volontà a realizzare tutto ma anche la nostra dipendenza dalle risorse finanziarie e dalla generosità dei benefattori. Non sarebbe stato facile mantenere le promesse fatte.
Sabato 19 settembre 2004
nella serata di festeggiamento del suo matrimonio, il nostro carissimo amico Jarno Trulli e la sua compagna Barbara hanno devoluto i regali ricevuti alla nostra Associazione.
Meravigliosamente, la somma raccolta eccedeva di appena 5 euro quella inviataci come preventivo da Suor Thérèse. Jarno è sempre stato vicino alla nostra Associazione, presente in ogni circostanza a testimoniare il legame profondo che lo legava a Marco: sempre, in ogni occasione ha manifestato la sua grande sensibilità: perfino nel giorno del suo trionfo a Montecarlo ha avuto un pensiero per Marco, per quel suo amico “ tifoso“ estimatore – che non poteva essere li a festeggiarlo.
Nella gallery potete vedere come procedono i lavori, come la struttura sia migliorata; ma non basta, miglioriamo anche le cure e l’attenzione per i nostri ospiti garantendo come già detto una scuola migliore, un costante rifornimento di beni e un pronto trasporto in Ospedale qualora sia necessario. A completare questo lieto momento due belle notizie: Mireille e Micheline di 7 e 8 anni, sono tornate a casa. Ci lasciano un velo di egoistica nostalgia spazzata via dalla consapevolezza di aver compiuto al meglio il nostro compito: dopo averle accolte e accudite nel momento del bisogno le restituiamo alla loro famiglia, al loro villaggio a quello che sarà la loro vita. Buona fortuna! , e intanto è arrivata Théresina! e così siamo giunti ad ospitare 29 bambini!
Nadoba dicembre 2005
Arriviamo a Casa Marco a notte fonda, sono già tutti a letto. ll giorno successivo, niente scuola, per festeggiare “ papà Marco” come loro mi chiamano: tutti pronti per i canti e i balli preparati per l’occasione.
E’ trascorso un anno, sono cresciuti, anche di numero! Stanno tutti bene, sono sani: il nostro impegno ha un riscontro evidente.
Scorrendo le foto nella gallery potete vedere i momenti di festa e di vita quotidiana. Normalmente i bimbi che vanno a scuola si alzano che è ancora notte e dopo la colazione passano alla cappella per una breve preghiera quindi partono: sono le 6:30 ma in Benin sono le 7:30 e fra poco iniziano le lezioni. Montano in 15 in macchina, tornano nel pomeriggio.
I piccoli vengono accuditi da tre ragazze continuativamente giorno e notte; anche le ragazze che frequentano la scuola di cucito danno una mano in tutte le faccende.
E la struttura? E’ veramente cambiato tutto: la posa delle piastrelle, anche alle pareti, conferisce pulizia inusuale per questi posti; la cisterna assicura acqua per l’intera giornata anche adesso che siamo nella stagione secca, la cucina separata dal fuoco diretto, il refettorio, l’apatam, l’automobile ( in riparazione ), ed i letti tutti con le zanzariere…resto senza parole, penso a voi, che ci avete aiutato a realizzare tutto questo e sono sicuro che sarete altrettanto soddisfatti e vorreste provare le stesse sensazioni dei pochi privilegiati che finora sono stati a Nadoba.
Ma fra poco questo sarà possibile; i lavori per la costruzione della foresteria sono iniziati e spero che nel corso del 2006 possa realizzarsi il vostro desiderio,anzi, vi invito a mettervi in nota.
Sono appena rientrato in Italia ed ecco una telefonata da Nadoba: è arrivato un altro bimbo di 5 mesi. Così ora sono in 36.
Pescara dicembre 2006
E’ passato già un anno dall’ultima visita a Nadoba! Questa volta è stata Suor Thérése nostra ospite a Pescara per alcuni mesi. Ci ha portato una parte di Casa Marco. Ha fatto sentire la passione e la cura che ogni giorno vengono profuse ai nostri bimbi, ha fatto conoscere in modo diretto la nostra attività a quanti hanno avuto occasione di parlarle. Ci ha portato buone notizie dei nostri bambini: ora sono 40 e stanno tutti bene.
Le tre ragazze che hanno frequentato la nostra scuola di cucito hanno superato l’esame classificandosi ai primi tre posti: brave e brava la loro maestra.
La foresteria è stata completata quindi da subito possiamo recarci a Nadoba. Purtroppo si è acuita la carenza di acqua e quindi è improcrastinabile la costruzione di un pozzo. Grazie ai fondi della Regione Abruzzo/Servizi Infrastrutture e Servizi alle iniziative di raccolta tuttora in atto abbiamo già potuto dare l’avvio ai lavori: Casa Marco avrà sempre acqua a disposizione anche per gli abitanti del villaggio.
Pescara febbraio 2007
Bellissime notizie da Nadoba! Abbiamo trovato l’acqua, tanta acqua! Il pozzo che stiamo costruendo potrà erogare oltre 5000 litri/ora. E’ la ricchezza per Casa Marco e per Nadoba. In gallery, vi mostriamo alcune fasi della costruzione.
E adesso una notizia che in molti stavano aspettando: da gennaio 2008 sarà possibile l’adozione a distanza dei nostri bambini: gli interessati possono scriverci al nostro indirizzo di posta elettronica:
Ritorno a Nadoba 2008
Torniamo dopo 2 anni a Nadoba per trascorrere il Natale accanto ai nostri bambini, provare la sensazione del fine anno al caldo e magari anche trascorrere qualche giorno al mare.
Grande è la sorpresa nel vedere la nostra foresteria. Le tre stanze tutte con bagno, ventilatore e condizionatore, l’acqua corrente in abbondanza e di ottima qualità, la cucina, l’ampio salone, la veranda contornata dalle buganville, ed il tutto immerso in una piantagione di anacardi che già trasmette la sensazione di fresco che la loro ombra darà fra qualche anno, ci hanno subito rapito:ci siamo sentiti a casa nostra.
E poi ci siamo sentiti a Casa Marco quando siamo andati dai bambini che ci aspettavano e ci hanno accolti con canti e balli: adesso la scuola è chiusa e fare un po’ tardi è stato concesso a tutti.
A Natale tutti a Messa celebrata in francese ed in dialetto locale, accompagnata dai canti del gruppo diretto da una delle ragazze che lavorano a Casa Marco; con 39 bambini abbiamo 6 donne che si occupano costantemente di loro,oltre alle tre suore, un guardiano, due autisti ed un infaticabile giardiniere:tutti i giorni dalle 6 alle 18 passa il tempo ad accudire con passione le tante piante che Suor Teresa ha voluto piantare. Natale è uno dei giorni in cui si mangia tutti insieme sotto l’apatam! Suor Marie Clare ci fornisce un saggio della cucina locale e la sua cucina ci accompagnerà per tutta la vacanza:ritroviamo i sapori della frutta,degli ortaggi, della verdura maturata nei campi, il sapore della carne di bestiame cresciuto al pascolo.
Prima del pranzo ci fa visita un gruppo di danza dei Tamberna, con i loro ritmi, i loro colori ci riportano ad antiche tradizioni: è ancora spontaneo lo spettacolo organizzato, fra qualche anno non sarà così. Il territorio in cui è immerso Nadoba è stato dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, cominciano a passare i primi turisti, qualcuno in bicicletta, i bimbi Tamberma chiedono “cadeau” e i loro genitori trattano per consentirvi di fotografare le loro caratteristiche abitazioni: per noi è diverso, siamo del luogo e il “tatà” confinante con Casa Marco è aperto a noi.
Il pranzo, con tanti piccoli commensali è un’altra sorpresa: la compostezza dei nostri bambini è esemplare, ognuno rispetta il proprio turno, attende di essere servito,aiuta il più piccolo in difficoltà: oi finalmente possono dar sfogo alla loro vitalità con balli e canti che proseguono fino a cena. Trascorriamo alcuni giorni con ritmi scanditi dal sorgere e tramontare del sole, giocando con i bambini, andando al mercato, passeggiando per il villaggio, godendo di un clima particolarmente gradevole con temperature di inizio estate e caldo vero solo nelle prime ore del pomeriggio, godendoci cene in veranda sotto la luna piena e poi immersi nel silenzio più totale, decidiamo di effettuare un safari nel parco del Penjari nel vicino Benin. E’ stata un’idea subito accolta con entusiasmo: passare la notte del 31 dicembre in mezzo ad un parco naturale africano sarà sicuramente affascinante. Così come è stato l’incontro ravvicinato con gli elefanti, le scimmie, gli ippopotami,i coccodrilli, le antilopi:solo i grossi felini non si sono fatti vedere. Torniamo a Casa il primo gennaio, e ritrovando quel clima che si respira solo dove ti senti veramente in pace, ci viene in mente di chiamare la nostra foresteria “Oasi Marco”. Contrariamente a quanto programmato, decidiamo di restare fino al giorno prima della partenza: a Lomè basta una mattina al mercato per l’acquisto dei souvenirs, un tuffo (ma con estrema cautela) al mare e poi a tarda sera in aeroporto, si riparte e già si pensa al ritorno. In gallery alcuni momenti del viaggio. In gallery alcune foto.
Nadoba 2009 – 2010
In questi due anni tutti i bambini sono stati adottati attualmente sono in 47 e fortunatamente ci sono ancora persone che sono pronte ad adottarne altri appena dovessero essere accolti.
Anche la scuola di cucito ha riscosso successo ed ora sono 16 le ragazze che frequentano e che inoltre danno una mano nella conduzione di Casa Marco.
Nadoba 2011
Quello trascorso è stato un anno molto particolare. Suor Therese è stata in Italia da dicembre fino ad agosto ma nulla è cambiato per l’andamento routinario di Casa Marco. In compenso abbiamo avuto occasione di trascorrere parecchio tempo insieme a Suor Therese che ha potuto conoscere molti genitori adottivi ed informali sul loro carattere,della loro famiglia,dell’andamento scolastico.
Durante questo periodo abbiamo analizzato l’andamento globale del nostro impegno a Nadoba e capito che è necessario fare qualcosa per cercare di autofinanziare Casa Marco. Quindi abbiamo deciso di impiantare una panetteria e sono già iniziati i preparativi.
Nadoba 2012 – 2013
E’ passato oltre un anno e finalmente il 17 gennaio 2013 è partito il container con tutto l’occorrente per l’impianto della panetteria. Anche se i tempi si sono allungati per varie problematiche siamo soddisfatti; agli inizi di aprile Aldo Di Clemente si è recato a Nadoba seguito dopo alcuni giorni dal fratello Nino e dal figlio Mirko e a fine aprile i lavori sono terminati.
Con il forno, in grado di fornire 60 Kg d pane all’ora, abbiamo impiantato una bistecchiera e un frigorifero industriali, un bollitore utilizzabile sia per preparare i cibi da consumare subito che nella preparazione di passata di pomodoro o succhi di frutta.
Infine abbiamo rinnovato il parco macchine con un pick-up che ci consentirà tra l’altro di raggiungere i mercati dove vendere il pane.
Durante la permanenza Nino ha compiuto gli anni e i più piccoli gli hanno fatto una sorpresa che ha reso quel compleanno indimenticabile:guardate qua:
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I Bambini di Casa Marco festeggiano un compleanno
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Guarda anche altri momenti filmati della vita di Casa Marco
Nadoba 19 marzo 2015
Oggi è arrivata Josephine accolta con entusiasmo e affetto da tutta Casa Marco.Se volete assicurarle le cure e l’affetto potete adottarla.Contatateci!!
Ritorno a Nadoba dicembre 2017
Siamo tornati a far visita ai bambini di Casa Marco che ci hanno accolto con i loro sorrisi e la loro riconoscenza.Dall’ultima volta molti sono tornati alle loro famiglie,altri,ormai abbastanza grandi sono proiettati nel mondo lavorativo.Molti di loro sono arrivati appena nati a adesso vanno a scuola,altri,sono giunti quasi al termine degli studi e trascorreranno solo un altro anno a Casa Marco altri sono giunti da poco,li vediamo per la prima volta.
Durante la permanenza abbiamo anticipato i festeggiamenti per il giubileo d’oro di vita consacrata di suor Therese che continua,speriamo ancora per molto, a dirigere con sapienza e dedizione.
Da pochi mesi abbiamo iniziato a vendere l’acqua del nostro pozzo che è conosciuta e molto apprezzata nella regione e così abbiamo acquistato un mezzo per la consegna ai rivenditori.A causa dei periodi sempre più frequenti e prolungati di mancanza di energia abbiamo acquistato un generatore che consenta il normale svolgimento delle attività oltre ad evitare di interrompere la produzione di acqua e pane e la possibilità di locare le stanze di Oasi Marco con aria condizionata.
Tutto questo nella speranza e nella ricerca della sostenibilità della struttura.
Con tante cose da fare, e con un caldo opprimente,sembrava che il giorno non finisse mai,poi arrivava il tramonto,ci si poteva intrattenere con i bambini che si preparavano per la cena,si faceva il consuntivo della giornata,il programma per quella seguente.Dopo cena il silenzio totale e la luna piena che illuminava a giorno il paesaggio riempivano la serata di una serena tranquillità.Lontani sono i ritmi,i rumori,la TV, i “social”, le “emergenze”:siamo in un altro mondo con altri problemi spesso difficili da comprendere a cui contrapponiamo soluzioni probabilmente non calate nella realtà.Vediamo i nostri sforzi,il nostro impegno che faticano a produrre un cambiamento,ogni volta,ogni giorno c’è un nuovo problema che impedisce un cammino sicuro,regolare:ci fa dubitare del futuro,del nostro operato.Ma i visi tristi,gli occhi colmi di lacrime dei nostri bambini che ieri sera abbiamo salutati, ci compensano di tutto e soprattutto ci dicono che non stiamo sbagliando e poi:ma vogliamo mettere in dubbio un investimento sui bambini? Ce nè di migliori?
Sono le 5 del mattino,è ancora notte ma il pulmino è già davanti alla nostra porta e con l’autista c’è Isaac,che ancora piange e ci abbraccia e tutti gli altri,piccoli e grandi:gioia e tristezza formano una miscela sentimentale esplosiva difficile da sostenere e allora non indugiamo,saliamo in macchina,agitiamo le mani,poniamo sui loro occhi l’ultimo sguardo
“au revoir“. Si all’anno prossimo.