Con la cerimonia di premiazione tenutasi il 4 aprile 2014 presso la sala “La figlia di Iorio” si è conclusa la II edizione del Premio Letterario Marco Di Martino.
Sono giunti 166 elaborati provenienti da tutto il territorio nazionale così ripartiti:
31 Abruzzo; 21 lombardia; 20 Puglia;18 Campania; 15 Lazio; 14Veneto; 9 Sicilia; 7 Calabria; 5 Toscana; 4 Piemonte-Sardegna; 3 Basilicata-Emilia Romagna; 2 Liguria-Friuli; 1 Valle d’Aosta-Trentino-Umbria-Molise.
- Primo classificato il racconto “Lampadine e tosaerba” di Marco Amedeo, cui sono andati 2000 euro;
- al secondo posto ex aequo “Mulieres” di Susanna Combusti e “I pasticcini” di Maria Chiara Paolini, premiati con 1000 euro ciascuno;
- IV posto a “Odore di pane, profumo di polvere” di Laura Lanzolla, che si è aggiudicata 600 euro,
- V classificato “Tempus fugit” di Eleonora Fiorelli con 400 euro.
La giuria Presieduta dal direttore della Biblioteca Provinciale di Pescara da Enzo Fimiani coadiuvato da Maristella Lippolis , Marilena Nobis , Barbara Magliani ha inteso inoltre segnalare i seguenti elaborati:
- “Aria di niente” di Fabrizio Bagnerini,
- “L’uomo senza fantasia”di Daniele Francia;
- “L’ultima soffitta” di Maria Chiara Segato, “Non tornerà” di Mattia De Pascali e
- “La morte breve” di Eleonora Angelini .
In allegato trovate i testi dei racconti premiati e dei segnalati.
Di seguito le motivazioni della giuria.
«Lampadine e tosaerba» anni 21 di Chieri (TO)
Il racconto narra una storia coinvolgente, ricca di sorprese e anche divertente, narrata in prima persona da un “singolare” protagonista, il cane Aladino che, in un susseguirsi di episodi che rappresentano un certo tipo di società, ipocrita e strampalata, riesce nelle ultime battute a lasciare un messaggio chiaro e forse anche crudele: nella vita solo un vecchio cane riesce a garantire fedeltà cieca, assoluta e senza intermittenze.
«Mulieres» anni 23 di Roma
Il racconto prende spunto dal celebre quadro di Claude Monet, La barca a Giverny, trasportando il lettore nella scena dipinta dal pittore dalla riva del fiume Epte. Il dipinto ritrae tre donne sole, in barca; il racconto ci svela il segreto di una fuga delle tre amiche dalle rispettive vite e i loro progetti di libertà. Alla fine vediamo il pittore, che incuriosito decide di ritrarle. Il racconto è costruito con abilità come in un gioco di specchi, e con sguardo capace di cogliere l’essenziale attraverso pochi ma decisivi particolari. Come lievi pennellate di colore.
«I pasticcini» anni 22 di Senigallia
Il racconto coinvolge il lettore nella vicenda intima e personale della protagonista, che vive su di sé il dramma delle violenze sulle donne all’interno delle mura domestiche, sempre più attuale e ormai presente in modo costante nelle cronache quotidiane. Toccante, delicato e dal punto di vista contenutistico ben congegnato, il testo si legge con interesse anche per la fluidità della scrittura.
«Odore di pane, impasto di polvere» anni 18 di Cassano delle Murge (BA)
Nel racconto l’impatto sui sensi di sangue e polvere da carnale diviene metafora, aprendo una prospettiva sulle vicende che interessano i paesi nordafricani affacciati sul Mediterraneo. Le tensioni sociali e politiche in Tunisia vengono tratteggiate su due doppi piani: il destino delle singole esistenze dentro i drammi collettivi; le relazioni tra nord Africa ed Europa, mondi differenti ma inestricabilmente legati.
«Tempus fugit» anni 23 di Cassino (FR)
Nel racconto il lettore viene progressivamente trasportato in una cornice sempre più allucinata, che sbocca nella consapevolezza di trovarsi sì in una clinica psichiatrica ma con la sensazione di disagio che deriva dal comprendere come il protagonista, l’inquietante ragionier Petruzzi, nelle sue visioni non stia raccontando altro che la verità di un mondo, fuori, corrotto e malato.